Questo li bro dell'on. Mario Pedini e dell'avvocato
France sco Pasetti viene pubblicato
in un momento difficile della
costruzione europea ed in particolare per ciò
che concerne la Comunità dell'Euratom.
Gravi preoccupazioni sono purtroppo giustificate,
non tanto dalla spesso esasperante
lentezza della marcia verso l'unità europea,
quanto dal profondo timore che si stia per
real izzare un processo involutivo rispetto
allo spirito che animò la redazione dei Trattati
di Roma e la nascita delle Comunità europee,
economica ed atomica. Chi scrive
ebbe il privilegio e l'onore, prima rendendosi
promotore della Conferenza di Messina
e poi guidando la delegazione italiana lungo tutto il corso delle lunghe e difficili
trattative, di partecipare direttamente alla definizione dei Trattati: tanto più giustificata,
quindi, può essere oggi la sua amarezza, poiché sembrano vacillare le ragioni
ideali e la profonda fede che costituirono allora gli incentivi più validi per
l'azione rivolta a realizzare il grande sogno dell'unità europea.
All'amarezza, al pur giustificato senso di sconforto occorre tuttavia reagire,
opponendo nuove forze e nuovi stimoli, ulteriori meditate ragioni ed azioni alle
forze centrifughe ed all'immobilismo che rischiano di compromettere i risultati
così faticosamente raggiunti. È questo, mi sembra, il primo lodevole intento degli
Autori: contrapporre alle delusioni ed alle incertezze gli argomenti concreti, l'indicazione delle vie e dei mezzi idonei per superare il momento di crisi. A questo
scopo, M ario Pedini e Francesco Pasetti dedicano le parti più impeg native della
loro opera, analizzando alla luce di una onesta e serena critica i progressi comunitari già compiuti e tracciando le grandi linee di un programma di azione per
l' avvenire.
Dopo aver indicato le ragioni per le quali si rende necessario ed urgente in
Europa lo sviluppo coordinato dell'energia nucleare, gli Autori illustrano chiaramente
le posizioni assunte dalla Comunità e dai governi degli Stati membri in
ordine ai problemi del momento: il coordinamento fra le fonti di energia cosiddette
classiche e l'energia atomica, le scelte tecnologiche (uranio naturale, uranio
arricchito, impiego delle licenze americane), la struttura del mercato energetico
europeo, la necessità del coordinamento fra programmi nazionali e programma
comunitario. Questa analisi è tuttavia compiuta senza perdere di vista il disegno
generale dell'opera, destinata a render chiaro che l'integrazione europea nel settore
dell'energia atomica è parte integrante dell'intero processo unitario il quale,
partendo dalla costituzione della Comunità europea del Carbone e dell'Acciaio
ed attraverso gli sviluppi delle successive Comunità, economica ed atomica, dovrà
condurre alla formazione degli Stati Uniti d'Europa.È questo, in realtà, il tema fondamentale proposto dagli Autori: la Comunità
atomica, sebbene realizzata con un Trattato distinto e per certi aspetti diverso da
quello della Comunità economica, non è tuttavia che il complemento - necessario
ed indispensabile - dell'intero processo unitario. Non è esatta, dunque, una distinzione
fra questa e quella Comunità, così come sempre meno giustificabile - e
la prossima fusione sta a dimostrarlo - è la distinzione funzionale degli organi
esecutivi, che ragioni tecniche e storico-politiche vollero separati e distinti al momento
della redazione dei trattati. Le due Comunità rappresentano, per così dire,
due componenti di una unica costruzione che resterebbe in pericoloso squilibrio
se una venisse a mancare o continuasse ad accusare ulteriori ritardi.
Sebbene, dunque, il libro sia dedicato ai problemi della Comunità atomica, in
realtà il tema generale è quello della costruzione europea, nel suo complessivo significato
non soltanto tecnico-economico, ma anche e soprattutto politico. Per
questo, opportunamente, la prima parte ricorda gli avvenimenti che hanno preceduto
la firma dei trattati e sottolinea la comune impostazione, giuridica e politica,
delle Comunità: così come sarebbe stato estremamente più arduo realizzare
la Comunità economica senza la precedente positiva esperienza della Comunità
carbosiderurgica, del pari sarebbe stato particolarmente difficile che dalla visione
di un'Europa unita fosse arbitrariamente staccata la parte che più di ogni altra è
legata all'avvenire, quella cioè relativa allo sviluppo dell'energia atomica, che è
destinata a rivoluzionare la storia del mondo nel nostro secolo e più ancora nei
secoli successivi.
Un libro sui problemi e sulle prospettive dell'energia nucleare dell'Europa dei
Sei potrebbe apparire riservato agli esperti o, comunque, ai lettori più provveduti
di conoscenze specifiche. Non è così per questo libro di Pedini e Pasetti. Uno di
essi, illustre parlamentare che da più legislature svolge con intelligenza e capacità
pari all'entusiasmo il proprio mandato alla Camera dei Deputati della Repubblica
italiana ed al Parlamento Europeo, è stato Relatore generale sul VII Rapporto
annuale che la Commissione dell'Euratom presentò al Parlamento Europeo nel
1964: l'altro, attualmente Direttore al Servizio Commissioni del Parlamento Europeo,è fra i più attivi e solerti funzionari delle Comunità. La loro collaborazioneè stata feconda di utili frutti: il libro è di facile lettura anche per coloro che considerano
i problemi dell'energia atomica di difficile interpretazione. Anche per
questo si tratta di un libro utile ed anzi necessario: esso contribuirà a diffondere
conoscenze e, al tempo stesso, solleciterà l'interesse di sempre più larghi strati
della pubblica opinione.
Gli Autori si sono prefissi di presentare un panorama dello sviluppo e delle
prospettive dell'energia nucleare nell'Europa dei Sei che fosse comprensibile ai
più e che, insieme, sollecitasse nuove iniziative e rinnovati sforzi per superare le
difficoltà del momento. È tanto più facile raccomandare questo libro alla lettura
in quanto questo scopo è stato pienamente raggiunto: si è dato in tal modo un
contenuto concreto all'iniziativa, già per se stessa lodevole, di divulgare e diffondere
l'ideale dell'Europa.
Gaetano Martino
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